24 giugno 2008

... col cuore in moto...

Agli appassionati delle dueruote consiglio il libro “col cuore in moto” di Roberto Nobile …noto attore di teatro e di cinema. Negli ultimi anni la sua visibilità e cresciuta grazie all’interpretazione del sovrintendente capo Parmesan nella popolare fiction “Distretto di Polizia”.
Il libro (dal quale sono tratti il racconto e l’appendice che seguono), edito da Coniglio Editore, con ironia e poesia, attraverso il grande desiderio verso la motocicletta, fotografa la Sicilia degli anni Sessanta, emoziona e diverte e lo fa “con una marcia in più”.

Buona lettura!!

VESPA E LAMBRETTA

Un giorno qualcuno dovrà parlare della guerra che ha diviso in due l’Italia degli anni Sessanta, la guerra fra Vespisti e Lambrettisti.
In primavera scendevamo al mare, tre Lambrette e la Vespa del rinnegato Fidone che accettavamo in compagnia perché ci faceva copiare il latino.
Gli ultimi dieci chilometri da “Malavita” a Santa Croce erano in discesa.
Si spegneva il motore, e cominciava la gara a folle, tutti ingobbiti, passeggeri compresi, tutti piegati per “l’aerodinamica”.
E la corsa era all’ultimo sangue con urla, contumelie, calci del passeggero al pilota avversario e scorrettezze varie.
Gianni Fidone era fuori causa, essendo la Vespa più leggera e quindi svantaggiata in discesa.
Pippo Distefano, pur essendo proprietario aveva il driver, Aldo Cappello, freddo e calcolatore, com’è necessario nelle gare a folle. Era lui il mio più pericoloso concorrente.
Invece Fabio Arrabito aveva un suo rifiuto filosofico della competizione (lui e il compagno fumavano e chiacchieravano “sotto carenatura”) ma faceva numero. Fu proprio lui, però, che un giorno ci fregò tutti.
All’ingresso del paese, l’incrocio per la trafficata provinciale per Comiso e il relativo segnale di Stop designavano l’arrivo della gara e quindi il vincitore.
Nel “rush” finale io e Aldo Cappello, affiancati, ritardavamo allo spasimo la staccata, ma lui ci sorpassò a tromba, senza frenare per niente e tagliò per primo la linea dello Stop, infilandosi nell’incrocio a tutta velocità.
Lo guardammo basiti attraversare la strada, per grandissimo culo suo, incolume, ma… ad accoglierlo dall’altra parte c’era l’unico vigile urbano di Santa Croce, che da quelle parti non s’era mai visto (aveva comprato una scaccia di broccoli dal fornaio lì accanto).
E dagli e dagli a convincerlo di non sequestrare la Lambretta, mentre ruminava indifferente a suppliche, racconti di freni rotti, segnali di Stop non visti, padri dalla cinghia facile, disastri familiari ecc…
Intanto, ultimissimo, arrivò Fidone e, vergine di tutto quel casino, guardò il vigile con un bel sorriso…
«Compare Biagio!».
«Giannuzzo, il nipote di Lucia?!».
«Sì, sì…».
«E ancora fa la sarta a Castellino?».
In Sicilia, se non hai parenti, sei un cane randagio, una spina di campo.
E ci salvò Fidone, ci salvò il Vespista, il maledetto!


APPENDICE (faziosa)

Perché la Lambretta e meglio della Vespa:

1. Ha il telaio (come nelle moto), e in curva si sente. L’altra ha la carrozzeria portante (come scatola di sardine), e in curva si sente.
2. Ha il motore centrale (come nelle moto), e in curva si sente. L’altra ha il motore appeso di lato (come nelle moto-seghe), e in curva si sente.
3. Ha la forcella a due bracci (come nelle moto), e in frenata si sente. L’altra ha la forcella a un solo braccio (come nei monopattini), e in frenata si sente.
4. Ha le ruote più grandi, e nelle buche si sente. L’altra ha le ruote più piccole, me nelle buche ci rimane.
5. Purtroppo consuma di più, e nelle tasche si sente.
6. Ma è un mezzo da piloti. L’altra da peracottari.

1 commento:

Alessandro Melillo ha detto...

Cosimo, il trafiletto con le differenze tra Vespa e Lambretta m'ha fatto sganasciare dalle risate!!!
e mi sono visto nel mezzo, con la scocca portante e il motore centrale, con la forca monobraccio ma i consumi ridotti...

non sara' che le nuove Vespe costituiscano il punto d'incontro tra fazioni avverse? la pace...!