23 dicembre 2009

Auguri!

E' arrivato l'inverno e mancano solo due giorni al Santo Natale.

Auguro a tutti di trascorrere momenti sereni e felici con la speranza che, come nei versi del poeta giapponese Hirokazu Ogura ... a Natale, un giorno, tutti si diranno "Buon Natale".

NATALE, UN GIORNO

Perchè
dappertutto ci sono così tanti recinti?
In fondo tutto il mondo è un grande recinto.

Perchè
la gente parla lingue diverse?
In fondo tutti diciamo le stesse cose.

Perchè
il colore della pelle non è indifferente?
In fondo siamo tutti diversi.

Perchè
gli adulti fanno la guerra?
Dio certamente non lo vuole.

Perchè
avvelenano la terra?
Abbiamo solo quella.


A Natale, un giorno, gli uomini andranno d'accordo in tutto il mondo.
Allora ci sarà un enorme albero di Natale con milioni di candele.
Ognuno ne terrà una in mano, e nessuno riuscirà a vedere l'enorme albero fino alla punta.

Allora tutti si diranno "Buon Natale" a Natale, un giorno.

Holiday Dreams and Best Wishes!

18 dicembre 2009

Gli operai Piaggio in mostra.

Per tutti gli appassionati, riporto il seguente articolo (correlato da alcune fotografie) pubblicato su IL TIRRENO lo scorso 14.12.2009.

Gente di Piaggio in mostra: niente vip, l'omaggio è per i lavoratori.

Nessun divo del cinema in sella a una Vespa. Nessuna immagine delle celebri campagne pubblicitarie che, di generazione in generazione e slogan dopo slogan, hanno messo in moto e fatto accelerare la fortuna commerciale del marchio. Per una volta, il glamour Piaggio è messo da parte e si guarda all'officina, lì dove tutto comincia.

Linea montaggio Vespa 1950

Agli operai, agli uomini alle prese col lavoro di fabbrica, alle linee di montaggio, ai reparti e agli uffici. La mostra "Gente di Piaggio. 200 immagini per riconoscersi" da febbraio sarà nella sala per le esposizioni temporanee del Museo Piaggio, ma un'anteprima dell'esposizione sarà ospitata dalla Fondazione Piaggio di Pontedera dal 19 dicembre al 30 gennaio e sarà collocata sotto il carroponte della sala centrale del museo, un luogo-simbolo dello stabilimento. Le foto, scattate dagli anni '30 agli anni '80, sono un omaggio ai lavoratori, oltre che una testimonianza.

Foto millionesima Vespa 1956

"Nel 2010 - spiega il presidente della Fondazione Piaggio Tommaso Fanfani - il Museo Piaggio festeggia i dieci anni di attività. È un anniversario importante, volevamo festeggiarli come si deve. Abbiamo pensato di dare voce e spazio, appunto, alla"gente di Piaggio". Ai tantissimi che in Piaggio hanno lavorato per anni".


Catena montaggio Vespa ET3 1970-1980

Ci vediamo tutti alla mostra!!

24 novembre 2009

Quartiere Coppedè, Roma - Itinerari culturali... in Vespa.

Roma è una città ricca di tesori, patrimoni artistici e naturali di straordinaria eccellenza è offre al turista, anche al più improvvisato, la certezza di un “viaggio nel passato” che poche capitali al mondo possono vantare.

Tuttavia, alcuni luoghi “ricchi di fascino” della Città Eterna sono meno conosciuti e meno frequentati dai turisti che, per svariate motivazioni, preferiscono (ovviamente) dedicare il proprio tempo ai monumenti ed ai musei più conosciuti, simboli della capitale in tutto il mondo, come: la Basilica di San Pietro, i Fori Imperiali, il Colosseo, la Fontana di Trevi, Piazza di Spagna… solo per citarne alcuni.
Uno di questi luoghi meno frequentati dal turismo di massa è sicuramente il Quartierè Coppedè: un progetto artistico-architettonico realizzato nei primi decenni del secolo passato dall’architetto e scultore fiorentino Gino Coppedè, dal quale prende il nome: un’area situata tra piazza Buenos Aires e via Tagliamento.
Così, mosso dalla curiosità e invogliato da un soleggiato sabato mattina senza impegni in agenda, decido di dedicare questa estemporanea vespistica alla visita del quartiere.
Il nucleo principale dell’opera, composto da diciassette villini e ventisei palazzine disposte intorno al nucleo centrale di piazza Mincio, venne ultimato nel 1921. L’architetto fiorentino nella progettazione del “quartiere”, come era nel suo stile, mischiò al repertorio italiano dei secoli passati differenti stili decorativi in voga all’epoca in Europa, come il Liberty e l’Art Déco, dando vita ad un paesaggio unico e suggestivo.

I villini caratterizzati da archi, torrette, reggifiaccole in ferro battuto, circondati da una gradevole vegetazione, si confondono con edifici che richiamano elementi che vanno dallo Stile Liberty all’Art Déco con variazioni sul Barocco e sul Manierismo, piuttosto che dal Medioevo alla Grecia antica.
L’ingresso principale del quartiere Coppedè, dal lato di via Tagliamento è rappresentato da un grande arco, decorato da molteplici elementi architettonici asimmetrici, che unisce due palazzi.
Poco prima dell’arco si trova un’edicola con una statua di Madonna con Bambino, proteso ad accogliere il visitatore, che resta colpito inevitabilmente dalla maestosità dell'architettura d'ingresso e attratto dall'intersecarsi dei volumi scultorei della struttura. Sotto l’arco, oltre a due balconi, si trova un grande lampadario in ferro battuto.
Superato l’arco si giunge a piazza Mincio, centro del quartiere, in mezzo alla quale si trova la Fontana delle Rane. La bella fontana è costituita da una vasca centrale con quattro coppie di figure appesantite dallo scorrere del tempo, ognuna delle quali sostiene una conchiglia sulla quale si trova una rana che zampilla acqua all’interno della vasca. Dal centro della fontana si innalza una seconda vasca il cui bordo è sormontato da altre otto rane.
Inoltre, elementi caratteristici della piazza e dell’intero “quartiere” sono il Villino delle Fate e la Palazzina del Ragno.
Il primo rappresenta una mirabile commistione di stili, come molteplici sono i materiali utilizzati per la sua costruzione: marmo, laterizio, travertino, terracotta, vetro, ferro battuto e legno; la seconda, invece, è caratterizzata dalla facciata con archi asimmetrici sormontati da un faccione scolpito di chiara ispirazione assiro-babilonese, sotto il quale si può notare il ragno.
Per la sua particolare architettura il “quartiere” Coppedè fu scelto dal regista Dario Argento come sfondo per alcune scene dei suoi film Inferno e L’uccello dalle piume di cristallo.

Alla prossima uscita... in Vespa, naturalmente!

30 ottobre 2009

Halloween 2009

"Nella collina solitaria, irta di croci sull’occidente imporporato, dove non odesi mai canto di vendemmia, né belato d’armenti, c’è un’ora di festa, quando l’autunno muore sulle aiuole infiorate, e i funebri rintocchi che commemorano i defunti dileguano verso il sole che tramonta.
Allora la folla si riversa chiassosa nei viali ombreggiati di cipressi, e gli amanti si cercano dietro le tombe…"

Tratto da “La festa dei morti” di Giovanni Verga.

Qualunque cosa tu decida di fare per festeggiare Halloween... comunque, Remember to ride !!

26 ottobre 2009

Do you have them all? # 5

Le belle e colorate Vespette raffigurate in questo post sono state presentate al Tokyo Wonder Festival (festival delle meraviglie) o “Wonfes”, un evento annuale giapponese dedicato all'esposizione e alla vendita di “garage kits”, ovvero sculture e modellini in resina raffiguranti “anime” e personaggi dei videogiochi, ma anche altre creature mostruose e “Mecha” (robot presenti in numerose opere di fantasia, dalla letteratura ai manga o anime, come Goldrake, Mazinga, Gundam e tanti altri ancora).
In generale, si tratta di modellini estremamente curati e ricchi di dettagli , spesso pezzi unici (o quasi) perché prodotti da abili artigiani. Gli artisti più talentuosi espongono nei “wonder showcase”, dove avidi collezionisti sono disposti a pagare profumatamente questi capolavori prodotti in modeste quantità o serie limitate.

I coloratissimi scooter a due ruote fungono da mezzo di locomozione per le Figma, piccole e belle action figures completamente dinoccolabili della Max Factory.

Alla prossima!!


08 ottobre 2009

Sentinelle/Sentinels

A fine settembre, la frequenza di un corso tenutosi in provincia di Mantova, e più precisamente a Castiglione delle Siviere, mi ha dato modo di visitare anche Sirmione (comune della provincia di Brescia) il cui centro storico sorge su una penisola che divide il basso Lago di Garda. Divisione cromaticamente ben raffigurata sul display del mio Tom Tom che, in dialetto foggiano, mi suggerisce la strada da percorrere per raggiungere il centro: una piccola freccia procede perpendicolarmente su una lingua di colore marrone posta al centro di due strisce azzurre. Ho subito pensato alla scena del film “I dieci comandamenti” in cui Mosè (interpretato da un indimenticabile Charlton Heston), con l’esercito egiziano che insegue gli ebrei in fuga con solo il mare davanti a loro, apre le braccia e per volontà divina le nuvole si addensano in mezzo alle acque e dividono il mare in due muraglie, fra le quali è possibile arrivare all'altra riva del Mar Rosso.
Così, sano e salvo, anche io arrivo a destinazione.
Parcheggio l’auto, è sera ed è buio.
Sarà il Castello Scaligero, magnificamente illuminato, a darmi il benvenuto in questa bella cittadina a forte vocazione turistica. Ora l’illuminazione cambia e cambierà ancora: prima gialla, poi rossa e blu, poi verde… come in uno strepitoso spettacolo pirotecnico.

La mia attenzione viene “catturata” da una curiosa installazione posizionata al centro della piazza antistante l’ingresso al Castello. Leggo il cartello esplicativo che recita: Sentinelle/Sentinels, i Suricati, noti anche come sentinelle, sono animali sempre all’erta che vivono in gruppo nel deserto, definiti i “guardiani ecologici del nuovo millennio”.
Mi metto in posa al centro del gruppo e scatto una foto ricordo.

L’installazione, continuo a leggere, è opera del Cracking Art Group, un movimento composto da sei artisti, italiani e stranieri, che dal 1993, anno di nascita, evidenzia l’intenzione di cambiare radicalmente la storia dell’arte attraverso un forte impegno sociale ed ambientale utilizzando innovative materie plastiche riciclate.
Il movimento mi incuriosisce e decido, così, di fare qualche piccola ricerca sul web per ritrovarmi sul loro sito http://www.crackingartgroup.com/. Tra le loro opere ne “scopro” anche una del 2006 dedicata alla Vespa, intitolata “Cazzo che Vespa!” (quì sotto) e realizzata per partecipare alla mostra itinerante “Vespa: Arte Italiana”, allestita per celebrare i sessanta anni dello scooter made in Italy.

E’ proprio vero che tutte le strade portano a Vespa ;).

Salutotutti!!





23 settembre 2009

Autunno

"Profilo degli alberi secchi, spezzarsi scrosciante di stecchi, sul monte, ogni tanto, gli spari e cadono urlando di morte gli animali ignari...

L'autunno ti fa sonnolento, la luce del giorno è un momento che irrompe e veloce è svanita: metafora lucida di quello che è la nostra vita...

L'autunno che sfuma i contorni consuma in un giorno più giorni, ti sembra sia un gioco indolente, ma rapido brucia giornate che appaiono lente..."

(Francesco Guccini)


Oggi, l’Autunno apre ufficialmente la sua stagione, almeno sul calendario, almeno in questo emisfero boreale.
Qui, a Roma, lo fa con 24 gradi ed un cielo sereno che invita, ancora, a percorrere qualche itinerario in Vespa.

Salutotutti!!

01 settembre 2009

... giorni felici!!

Capita che, a volte, diventiamo nostalgici.
Capita!
E’ successo anche a me… quest’estate…davanti alla tivvù… con “Starsky & Hutch” e “Mork & Mindy”.
Qualcuno ha deciso di utilizzare l’arma della nostalgia per conquistare i telespettatori Italiani con le serie televisive classiche degli U.S.A. anni ‘70,’80 e’90.
E’ accaduto durante il mese delle vacanze per eccellenza: agosto.
Capita, a volte, di riuscire nell’intento… E’ successo, almeno con me è successo!!
Ricordo, allora, i primi anni ’80.
La mia famiglia si era trasferita da poco nel nuovo appartamento sito al primo piano (di due) di una delle quattro scale delle “palazzine gialle” – così ribattezzate per via del loro colore – costruite all’ingresso del paese sulla strada per Taranto, a pochi chilometri dal capoluogo e dal suo grigio agglomerato industriale, l’ex “Italsider”. Mio padre, come molti altri papà della provincia, lavorava lì. Gli appartamenti erano stati costruiti per ospitare i suoi dipendenti. Tante giovani famiglie con prole al seguito. Uno, due, tre figli per famiglia. A volte anche quattro, come nel nostro caso… Qualche altra famiglia, invece, con prole da guinnes.
Ricordo che avevo tanti amici con cui giocare.
Ricordo:
- la confusione nel cortile finché arrivava la “controra” e allora tutti in religioso silenzio;
- le interminabili partite di calcio intervallate soltanto dalla pausa pranzo, altrimenti botte;
- le figurine “Panini” dei calciatori, vinte e perdute giocando sui gradini del portone di casa;
- il gioco del nascondino e quello delle biglie;
- i tornei di Wrestling imitando le imprese di Tigerman (l’Uomo Tigre) con tanto di maschere fatte in casa per personaggi inventati e dai nomi più esotici… Le botte, però, quelle erano autentiche. Un giorno le prendevi, il giorno dopo anche. Magari, qualche volta, capitava anche di darle. Ti arrendi?? Si, mi arrendo… e finiva là;
- i chilometri percorsi sulla bici ma, categoricamente, su una ruota intorno alla palazzina fino a farmi venire il mal di testa... Ricordo la mia bici, una Graziella rossa truccatissima, con il cartone tra i raggi delle ruote per simulare il rumore del motore e la sella lunga tipo chopper.
Ricordo, ancora, i cartoni giapponesi ed in particolare Goldrake, Jeeg Robot d’acciaio, Mazinga Z e il Grande Mazinga. Ma anche Gundam, Danguard, Capitan Harlock… Ed ancora Supergulp e le avventure di Nick Carter. E poi Remì e Candy Candy … giusto per versare qualche lacrima.
Ricordo che ogni sera io e mio fratello più piccolo dovevamo lottare con i due più grandi perché sull’unica tivvù di famiglia, quasi in contemporanea, programmavano Goldrake ed Happy Days. Loro, i più grandi, pretendevano di vedere Happy Days e noi Goldrake. Nulla, però, potevano fare i “nostri magli perforanti o l’alabarda spaziale” contro le performance del grande Fonzarelli, detto “Fonzie” ma, soprattutto, contro l’autorità imposta dai due big di casa.
Ricordo bene Fonzie il meccanico. Il latin lover di grande successo, mai spettinato, con il giubbotto di pelle e i bluejeans … a cavallo di una moto.
Una moto?!?
Da qualche parte ho letto che durante le varie stagioni della fortunatissima sit-com televisiva statunitense, Fonzie “cavalcò” diverse motociclette. Scrivo “cavalcò” e non “guidò” perchè in realtà, il più delle volte, durante le riprese del telefilm, quelle motociclette erano appoggiate su un carrello mobile che veniva trainato.
Cito solo alcune delle custom viste in Happy Days e cavalcate da Fonzie: Triumph 500 cc Twin, Triumph Trophy 650; Harley Davidson Panhead, Harley Davidson Knucklehead e Harley Davidson Sportster.

Qui sotto, qualche anno più tardi, Fonzie a cavallo di una bella Vespa a Piazza di Spagna. Questa volta senza appoggio!!

“Le ragazze si cambiano, gli amici no”.
Parola di Fonzie.

Salutotutti!!

06 agosto 2009

Istantanee # 6

Summer is creeping up and I can't wait.
Vespa, beach, traveling, family and friends!

Istantanea: "Summer holidays around the World".
Modellino Vespa-riders e young travellers della Preiser, scala HO 1:87
Vespa PX
Collezione privata.

Enjoy!!


30 luglio 2009

La Vespa venuta dalla Finlandia

La “Vespa” più bella viene dalla Finlandia… è il titolo di un “approfondimento” che, curiosando sul web, ho trovato sul sito dell’AICAM (Associazione Italiana Collezionisti di Affrancature Meccaniche).
Le affrancature meccaniche, in gergo chiamate anche “le rosse”, sono impronte, solitamente di colore rosso, che servono ad affrancare una lettera, sostituendo il francobollo. Sono, pertanto, veri e propri documenti postali.
L’affrancatura più bella, in specie, che ricordi “la Vespa” - lo scooter più famoso e diffuso al mondo e che ha, da poco, compiuto i 60 anni - proviene da una affrancatura meccanica finlandese del 1962.
Un’altra “Vespa” la si trova illustrata su una “rossa” dello stabilimento spagnolo. In Italia, invece, ce ne sono decine dedicate alla Piaggio di Pontedera.
L’AICAM ha, a suo tempo, approntato una collezione sociale di affrancature meccaniche sul motociclismo italiano, che è stata più volte presentata in esposizioni filateliche e motociclistiche.
Ancora due affrancature, questa volta italiane, una dedicata ad una bella Gilera…
e l’altra alla mitica, intramontabile, Fiat 500.
Fonte http://www.aicam.org/
Alla prossima.

28 luglio 2009

La Vespa illustrata # 2

Curiosando sul web ho trovato un'altra interessante illustrazione che ritrae la Vespa, intitolata "Corse fuggiasche in un intrigo di ominidi, vicoli e vespette".
Gli "ominidi", strane creature che si stanno preparando ad invadere, pacificamente, il nostro pianeta terra, sono il soggetto delle illustrazioni create da Aurelio Carocci.
Per ulteriori info, cliccate qui.

Il mio grazie ad Aurelio per la gentile concessione.
Salutotutti!


09 luglio 2009

Intervallo post # Pantelleria

Questo “intervallo post” merita una pausa più lunga e qualche cartolina in più; vuoi per la durata della vacanza, vuoi per le emozioni che questo viaggio ci ha regalato.
E’ proprio vero quello che si legge su Pantelleria, la “perla nera” di origine vulcanica al centro del Meditteraneo: è un isola che puoi amare o odiare, senza alcun compromesso.
Il nostro, è stato amore a prima vista… il classico colpo di fulmine!
Quest’isola, situata, più vicina alle coste tunisine che siciliane, ci ha offerto una settimana da favola.

Dammuso 1

“E’ domenica, tardo pomeriggio: l’atterraggio è dolce, nonostante il vento forte e le difficoltà che una pista come quella dell’aeroporto pantesco può serbare. L’aereo raggiunge la zona parcheggio e, a piedi, percorrendo pochi passi, entriamo nel piccolo aeroporto a conduzione familiare (questa è l’impressione) e aspettiamo la consegna dei bagagli che arrivano dopo pochi minuti di attesa.
Solo una porta scorrevole separa questa area dall’inizio della nostra vacanza, una sola uscita presidiata, in maniera discreta, da un finanziere.
Incontriamo Andrea, il nostro contatto sull’isola, nonché proprietario del dammuso (tipica abitazione pantesca e simbolo della sua civiltà contadina) che abbiamo preso in affitto, il quale, dopo aver reso gli onori di casa, ci accompagna a destinazione in località Bugeber.

Vista sul Lago di Venere
Da qui, la vista sul Bagno dell’Acqua, meglio noto come Lago di Venere (Venere veniva qui , dice la leggenda , a specchiarsi prima dei suoi incontri galanti con Bacco), un laghetto costiero all’interno di un cratere spento e alimentato da calde sorgenti sotterranee, ci toglie il respiro offrendoci uno spettacolo che ci fermiamo a rimirare a lungo per svelarne appieno tutte le sfumature.
Per scoprire l’isola in lungo e in largo noleggiamo una Citroën Mehari di colore rosso-arancio, una piccola autovettura anni ’70 con la carrozzeria in termpoplastica (o vetroresina), che estremizza appieno il concetto di spartanità in linea con quella che scopriremo poi essere la caratteristica principale dell’isola.

Mehari
L’isola, di fatto, è spartana… per molti tratti selvaggia e offre poche comodità al turista abituato al “bar e all’ombrellone”.
E’ agli arabi che si deve il nome “bint el-Rhir”, la figlia del vento. Un nome non scelto a caso perché Pantelleria è sempre battuta dal vento forte, vento che ci farà compagnia per tutta la durata della vacanza e, in maniera insistente, soprattutto nei primi giorni.
Approfittiamo del meteo non troppo favorevole per fare delle escursioni nel cuore dell’isola, la Favara Grande, una piana dall’aspetto particolarmente selvaggio, dove vapori bollenti escono dai crepacci e dalle grotte naturali sparse un po’ ovunque e l’odore di rosmarino e finocchietto selvatico rende l’aria piacevolmente profumata . La Montagna Grande (che con i suoi 836 metri di altezza rappresenta la vetta più alta dell’isola) è quasi nascosta dalle nuvole oscure spinte dal vento. Ma non pioverà!!

Coltivazioni nei pressi della Favara Grande

Abbiamo qualche difficoltà con le indicazioni turistiche relative ai luoghi da visitare, a volte assenti mentre altre volte completamente illeggibili.
Attraversiamo ancora piccoli borghi e località dai nomi arabeggianti come Gadir, Sibà, Khamma, Kartibugal e Rekale, solo per citarne alcuni.
Pantelleria, ci dicono, è una terra povera di piogge ma fertilissima grazie ai depositi vulcanici e, per questi motivi, votata all’agricoltura e non alla pesca come verrebbe più facile immaginare.
Per proteggere le coltivazioni dal vento forte, le viti vengono interrate in piccole cavità, gli agrumeti protetti da alti muretti e gli ulivi vengono potati in modo che i rami restino bassi tanto da sembrare dei bonsai.

Terrazzamenti

Capperi!

Giardino pantesco

Uva Zibibbo - futuro passito

La natura dell’isola offre paesaggi molto variegati, dove vasti terrazzamenti di vigneti e capperi (gli “ori” di Pantelleria) si alternano alla tipica macchia mediterranea – punteggiata da fiori gialli e lilla – verdi cespugli e boschi di pini, ginepri e lecci dell’entroterra montano.
Il contrasto cromatico, a volte, mi fa pensare a certe immagini elaborate al computer con programmi ad hoc, tali da renderle quasi surreali.
Quando il vento soffia forte ci sono alcuni luoghi sull’isola dove, comunque, è possibile fare il bagno; calette appartate perfette per lo snorkeling e le immersioni o, più semplicemente, per godere del sole e abbronzarsi un po’.
Il “Laghetto delle Ondine” in località Punta Spadillo è uno di questi luoghi suggestivi: una piscina naturale raggiungibile a piedi destreggiandosi (soprattutto nell’ultimo tratto) fra gli scogli, collegata al mare aperto da un piccolo passaggio, una vera e propria oasi in cui fare il bagno in un'atmosfera di assoluta tranquillità e relax.

Il Laghetto delle Ondine


Per dirla tutta, Punta Spadillo con la sua macchia mediterranea, che si staglia tra le rocce laviche come uno smeraldo incastonato su una pietra preziosa, ed il suo faro a salvaguardare le imbarcazioni in navigazione, è uno dei luoghi che più ci ha affascinato.

Vegetazione a Punta Spadillo
Il faro di Punta Spadillo

Sull’isola le strade asfaltate si contano sulle dita di una mano e non ci sono spiagge; le località balenabili si raggiungono percorrendo lunghi tratti di strada e sentieri sterrati, e solo dopo aver lasciato la strada principale dell’isola, chiamata “perimetrale” (un tour lungo 45 chilometri), costruita per motivi bellici durante il ventennio fascista.
Tuttavia, quando si arriva a destinazione, il panorama e il mare ripagano appieno dei piccoli disagi (già messi in conto) affrontati, come quando raggiungiamo le rocce di Balata dei Turchi, ideali per sdraiarsi a prendere il sole o l’Arco dell’Elefante, una splendida scultura naturale che somiglia incredibilmente ad un grande pachiderma immerso con la sua proboscide a dissetarsi nel limpidissimo tratto di costa sottostante.

L'Arco dell'Elefante


Vegetazione presso Balata dei Turchi

Per godere Pantelleria a 360° è necessario, tuttavia, circumnavigarla e per questo motivo è opportuno utilizzare una imbarcazione. Al porto del paese c’è ne sono per tutti i gusti. Noi abbiamo scelto di fare il giro turistico imbarcandoci sulla “Futura”.

Futura e Futura 2

Ciao... da Pantelleria (al porto)

Un motopeschereccio convertito a “giro isola” che, nel tempo, è stato affiancato da una seconda imbarcazione chiamata “Futura 2”. Franco, il proprietario di questa piccola impresa familiare, si dimostrerà innanzitutto un attento marinaio ma anche un abile intrattenitore, un cabarettista, un cantante, uno chef, un adulatore, sempre pronto a pescare dal cilindro il coniglio che non ti aspetti. Durante il tour, mai noioso, Franco non faceva altro che ripetere che averlo scelto voleva dire di aver scelto di partecipare ad un party invece che a un funerale (riferendosi al silenzioso andare di altre barche).
Abbiamo avuto modo, così, di ammirare un susseguirsi di cale, promontori e grotte, pareti che si elevano ad altezze spettacolari o multicolori di tufi, ossidiana e basalto di località Saltalavecchia.

Saltalavecchia
Ormai la vacanza volge al termine.
Decidiamo così di concederci una cena romantica presso il ristorante “La Vela” a Scauri.
Il posto è molto pittoresco e i tavoli sono sistemati a pochi metri dal mare…Ottima la cucina e il conto che troveremo “ragionevole”.
E' domenica ormai, il giorno della partenza. Comunque programmiamo di trascorrere le ultime ore di relax al “Laghetto delle Ondine” perché questo luogo ci è proprio piaciuto…
Pantelleria è un isola diversa, ricca di contrasti, un posto dove pensiamo di ritornare.
Altre cartoline...

Fico d'india

Colors

Colors 2

Dammuso solitario

Dammuso e vaso arancio

Salutotutti!!